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La mia Asia


L'album fotografico di Mamilu

Bali

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Bali è magica e siamo tornati diverse volte in quest'isola stregata di vulcani, danze, spiriti ed arte.

Le danze sopratutto avvolgono il visitatore al ritmo incalzante dei loro antichi strumenti ed il pathos trasmesso dall'insieme è assolutamente unico ed indimenticabile.

 
Numerosissimi Templi artisticamente realizzati e ben conservati offrono l'immagine della religione animista di questo Popolo ed assieme ai tanti prodotti di artigianato rendono l'isola veramente unica.  

Il Tempio di Tana Lot

Tana Lot sembra un cartone animato, una scenografia fiabesca da Disneyland ma è naturale per la sua maggior parte, oltre le scalinate ed il Tempio realizzato sulla cima dell'isoletta tutto il resto è stato creato dalla natura. 
A Kuta è possibile fare shopping in famosi ed originali shop che offrono il meglio della moda proveniente da tutto il mondo.
Turisti da tutto il mondo ed in maggior parte dall'Australia visitano questi negozi.
Ovunque i mercatini che offrono l'artigianato locale
I piccoli e caratteristici ristorantini nei quali è possibile gustare la particolare ed unica cucina di Bali
Il Barong - Rangdà

Epica e mitica danza della lotta tra il bene ed il male che risale a diversi secoli fa.

 

La maschera di Rangdà rappresentante il male.

La maschera del Barong rappresentante il bene.
E' gradevole acquistare piccoli oggetti dell'artigianato locale dei paesi visitati e con quelli decorare il Frittomisto Restaurant.
A Bali esistono particolari zoo dove è possibile il contatto diretto con gli animali. 
Fagiani ed altri animali tropicali in assoluta tranquillità.
Un trampoliere tropicale simile alle nostre cicogne.
L'ufficio postale di Bali, dal quale per una modica cifra è possibile spedire nel mondo gli acquisti, come ad esempio magnifici ed antichi scafandri da palombaro, che ora fanno bella mostra di sè nel Ristorante Frittomisto di Ao Nang.
Danzatrici di Le gong.

La danza Balinese è curata e sviluppata da secoli ed il visitatore ne viene letteralmente incantato.

Le danzatrici usano con enorme maestria tutto il corpo per trasmettere il pathos dell'evento mitico che raccontano e dalla estrema mobilità degli occhi e dei loro sguardi i visitatori possono ricevere intense emozioni.

La jungla tropicale Balinese è particolarmente dolce e gradevole e ricorda le ricostruzioni ambientali delle scenografie alla  Disneyland.
 
Barong & Rangda
Gamelan Burat Wangi 
Legong Taksu; Gamelan Burat Wangi
Legong Balinese Dancers Ubud Bali
Topeng Keras
   

 

Bali (Indonesia)

 Siamo stati parecchie volte nell'isola indonesiana dov'è avvenuta la terribile strage del 12 ottobre, nella discoteca di Kuta.

Come tutti, sapevamo che è una meta turistica di prim'ordine ma non avremmo mai pensato che ci affascinasse tanto. fin dai primi giorni siamo stati letteralmente stregati dalla magie delle sue danze, dagli sguardi misteriosi delle danzatrici e dai loro arcaici ed esotici movimenti.

   Bali deve la sua celebrità principalmente all'arte, così evoluta là sotto tutti gli aspetti, anche quello religioso, essendo un mondo induista in una Nazione come l'Indonesia che è a grandissima maggioranza di religione musulmana.

E' anzi l'Indonesia è il Paese musulmano più popoloso al mondo.

   La Bali induista ha conservato per secoli questa sua unicità religiosa, culturale ed artistica. Monumenti suggestivi e spesso scavati nella pietra, adagiati sui pendii dei vulcani accolgono ed affascinano subito il visitatore.

Bali è un'isola di modeste dimensioni di 5.561 kmq, una superficie cioè  pari a circa due terzi della Corsica.

   L'isola è vulcanica come gran parte dell'Indonesia ed è attraversata da ovest ad est da una catena di alte montagne che culminano nel Gunung Agung (Gunung = vulcano), alto ben 3165 metri, quasi come il nostro Etna.

 L'isola è situata esattamente ad est della grande isola di Giava che è di gran lunga la più popolosa dell'Indonesia, dove ha sede la capitale Giacarta. Uno strettissimo canale la separa da Giava, mentre verso oriente un braccio di mare molto più ampio, da 30 a 60 km, la collega a Lombok, l'isola sorella un po' più piccola (kmq 4.962) .

   Bali è un'isola molto fertile grazie al terreno vulcanico. Il capoluogo, situato nella parte settentrionale, si chiama Singaradja, mentre la zona più turistica, situata vicino all'aeroporto principale, si trova nella parte meridionale, a Sanur, a sud di Denpasar. Lì numerosi elegantissimi alberghi, immersi in parchi molto curati, e praticamente sulle rive dell'Oceano Indiano, accolgono i turisti, sia europei che australiani e americani. La celebre spiaggia di Kuta, dalla sabbia estremamente fine, è ogni sera, alle cinque e mezzo, meta di numerosi turisti che si godono lo spettacolo del sole che si immerge nel mare, in un tramonto tanto dorato quanto rapido (siamo nei pressi dell'Equatore). Ogni giorno dell'anno, alle ore 18 c'è già buio, notte fonda. Se si vuole girare per l'isola, con spirito di avventura, su una jeep noleggiata per pochi euro, occorre alzarsi presto e partire alle 7.

   Tornando a parlare di vulcani, circa quarant'anni fa, il 20 marzo del 1963, il Gunung Agung arrivò al culmine di un'eruzione iniziata un mese prima. Lapilli, pioggia di cenere, tremende colate di magma e forti scosse telluriche piegarono quella parte dell'isola (la zona centro orientale) causando la morte di diverse migliaia di persone, e provocando danni incalcolabili alle numerose colture che riempivano la regione.

   A nord est dell'Agung sorge un enorme cratere di un vulcano ormai spento, riempito dall'acqua di un lago, il Batur. Sulle rive di questo lago il paese di Trunian ha un inquietante cimitero dove, a differenza delle usanze diffuse nel resto dell'isola, le salme dei defunti vengono lasciate all'aperto, preda degli uccelli rapaci.

   In tutta l'isola, invece, le cerimonie funebri si svolgono mediante la cremazione pubblica del corpo del morto, in speciali bare ricavate da tronchi, poste in alto su speciali impalcature. Talvolta questi feretri hanno forma di un toro.

   Abbiamo assistito nel 1993 ad una di queste toccanti e molto suggestive cerimonie. Le donne nei loro sgargianti vestiti, si dispongono da un lato, un po' discoste dal monumento di legno su cui è deposta la salma. Gli uomini stanno in un altro gruppo a parte, ma più vicino alla bara. Il pedanda, cioè il sacerdote induista, vestito di bianco e con in capo il turbante, inizia la cerimonia, pregando e aspergendo il corpo con essenze e profumi. Al canto di nenie, lente e malinconiche, viene infine appiccato il fuoco alla pira, e tutto comincia ad ardere. La cerimonia si conclude con la raccolta delle ceneri e il loro trasporto ad un vicino fiume, dove vengono disperse nella corrente.

   In altri fiumi, accanto ad un villaggio qualunque, si svolgono le abluzioni, in zone dove l'acqua è piuttosto bassa. Nell'acqua corrente, pulita e fresca, si lavano di qua gli uomini, di là le donne.

   Templi con le pietre rivestite di muschio, scalinate che si perdono nella foresta, ogni metro quadrato ricoperto da verde, soprattutto palme. Il clima è caldo, ma ventilato e sopportabile.

   Lungo le numerosissime colline l'uomo ha scavato nei secoli, terrazzamenti sui quali ha ricavato con appositi argini delle piccole vasche che, a migliaia, digradano da questi pendii e sono la sede di colture di riso. La luce del cielo si rispecchia in questi stagni artificiali, fornendo all'osservatore estasiato uno spettacolo unico di verde, di luce, di simmetria: esempio dell'infaticabile ingegno umano.

   Ecco perchè l'isola di Bali attrae. E' uno scrigno di una civiltà antica, di una religione che resiste in mezzo al resto del mondo islamico della nazione indonesiana, e mostra questa sua unicità ogni giorno, fiera dei suoi riti antichissimi e fantasiosi, delle sue danze affascinanti, con ragazze molto belle, fini ed eleganti, fasciate in costumi di gran pregio.

   Tutto ciò in uno scenario di templi, di mostri in pietra, di grandi portali privi della parte superiore, di terrazzamenti luminosi, di costumi multicolori, di processioni, dove le donne portano in bilico sulla testa, sopra apposite ciambelle di stoffa, cesti pieni di frutta.

   Questa è Bali, l'isola degli dei, colpita al cuore dal massacro di Kuta, il 12 ottobre 2002.

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Bengwi (Bali), Tempio Reale

Bali, Tempio Tanah Lot
maneggio di persiceto 


I monsoni assicurano a Bali abbondanti piogge da dicembre ad aprile, con interi mesi di splendido sole che completano la visione paradisiaca, coprendola di un verde manto rigoglioso.

 I credo religiosi, i riti e le feste, guidano la gente di Bali dalla nascita alla morte e nel mondo ultraterreno. E’ la religione a stabilire la pianta di una città, il disegno di un tempio, la struttura di una casa, la distribuzione delle varie responsabilità all’interno della comunità. Così come le vacanze, i divertimenti. Tutto ciò che riguarda la vita sociale, viene fissato dal calendario religioso, fornendo agli abitanti di Bali una vita di infiniti festeggiamenti e uno sfogo al loro grande talento artistico.

 

   

 

 

Brebei